Non solo il premio al vincitore del Festival di Sanremo 2023 con Marco Mengoni ormai avviato verso la seconda vittoria alla kermesse musicale per eccellenza, ma anche la consegna del Premio della Critica che, nell’edizione 2023 del Festival, ha un super favorito: Gianluca Grignani.

Il cantautore milanese, classe 1972, si avvia a celebrare il traguardo dei cinquant’anni con la possibilità di ridare linfa a una carriera vissuta tra alti, altissimi, bassi e bassissimi grazie al brano Quando ti manca il fiato, una dedica speciale e intensa al padre che lo ha lasciato al suo destino quando era ancora ragazzo.

La rinascita di Grignani al Festival di Sanremo

La rinascita di Grignani, stavolta più che mai, pare avere l’avvallo dei critici musicali che lo stanno per lo più esaltando, rendendogli il tributo che in trenta anni di canzoni – celebrate dalla Siae proprio durante il Festival di Sanremo 2023 con una targa ad hoc – il rocker italiano non aveva assolutamente ricevuto.

L’animo rock di un performer maturo e apprezzato

Continua a esserci chi lo critica aspramente, lamentando anche una perdita vocale importante, ma per la maggior parte dei giornalisti di settore Grignani ha raggiunto un livello di consapevolezza e di performance invidiabile e molto alta.

Anche la platea dell’Ariston, nel corso delle serate del Festival, in onda in diretta su Rai 1 e su RaiPlay, ha mostrato di gradirne l’approccio, i metodi, la canzone e l’atteggiamento: Grignani si è esibito per ora tre volte e lo ha fatto mostrando tre volti e tre stili sempre diversi, ciascuno accomunato dalla conditio sine qua non: animo rock’n’roll per eccellenza o, come gli ha tributato la rivista Rolling Stones, il Santo protettore del rock.

Grignani favorito per il Premio della Critica

Impossibile che possa ambire alla vittoria nella competizione canora, altamente probabile che tale apprezzamento finalmente trasversale gli possa valere il Premio della Critica. È Lui il super favorito: pronostici e quotisti lo danno in testa, seguito da Madame con il brano “Il bene nel male” e da Dimartino e Colapesce con “Splash!”.

Cos’è il Premio della Critica Mia Martini

Dedicato alla memoria dell’indimenticabile Mia Martini solo successivamente, il Premio della Critica è un riconoscimento secondario in seno al Festival di Sanremo e venne creato nel 1982 da un trittico di giornalisti accreditati a seguire l’eveneto. Si tratta di

  • Gio Alajmo del Gazzettino di Venezia
  • Cristina Berretta di Famiglia Cristiana
  • Santo Strati della Gazzetta del Popolo

Perché il Premio della Critica é dedicato a Mia Martini

Viene assegnato per riconoscimenti qualitativi rispetto al brano e all’artista che lo presenta, attribuito dalla sala stampa: la dedica speciale a Mia Martini, dal 1996 in seguito alla morte prematura dell’artista, è un tributo alla cantante che maggiormente – fino a quel momento – ne aveva messi in bacheca, tre. Successivamente, a Mia Martini si sono affiancati anche Patty Pravo e Daniele Silvestri, arrivati a quota tre ciascuno.

Premio della Critica: Grignani, Madame, Colapesce e Dimartino

È una corsa a tre, con Grignani leggermente davanti ai due colleghi: incide il brano nel suo complesso e, ovviamente, incidono le prestazioni canore nel corso delle serate del Festival. Grignani non era partito tra i favoriti, distaccato alla vigilia da Colapesce e Dimartino da cui ci si attendeva un pezzo particolarmente originale e di qualità, sulla falsariga dei brani cui hanno abituato.

Col passare delle sere, tuttavia, la quota che i bookmakers hanno riservato a Grignani è calata sempre più, fino a indicarlo come il principale favorito. Cresciuta, insieme alla quota su Grignani, anche quella di Madame, che ha colpito positivamente con il brano “Il bene nel male“.

Il significato di “Quando ti manca il fiato” di Grignani

Il brano di Gianluca Grignani “Quando ti manca il fiato” è una ballata profonda in cui un figlio – in seguito diventato padre – si rivolge a un padre che non vede e non sente da anni per dirgli che, nonostante tutto, gli vuole bene e non è tenuto ad alcun giudizio rispetto a quanto accaduto perché “ognuno giudichi se stesso”.

Ti amo papà è la dichiarazione toccante e definitiva che Grignani rivolge a suo padre, lasciando intendere di avere assimilato, volente o nolente, caratteristiche del genitore sebbene sia cresciuto a modo suo. La canzone è trasversale, tocca ciascuno di noi per il fatto che affronta una tematica nella quale in tanti sono incappati. Lascerà il segno in tante persone che si immedesimeranno nelle parole di Grignani.

Festival 2023: la prima serata di Grignani a Sanremo

Un crescendo: le esibizioni al Festival di Sanremo 2023 di Gianluca Grignani sono state un crescendo evidente. L’avventura non è iniziata nel migliore dei modi: la prima esibizione del rocker, martedì 7 febbraio, è stata al di sotto delle attese.

Grignani è sembrato sentire il contraccolpo dell’emozione, la voce era scarsa, pochi picchi vocali e la sensazione che non forzasse alcuni passaggi. Performer di livello anche in questo caso, si è presentato alla platea dell’Ariston con la solita coerenza di sempre.

Nel bene e nel male, è uno che non mente, Grignani, non usa maschere e, se lo fa, non è quasi mai per svelare il lato migliore di sé. Bello e dannato, nella prima serata del Festival è parso un po’ meno bello – si è imbolsito, questo sì: è in sovrappeso – e un po’ meno dannato. Quasi abbottonato. Quasi eccessivamente rispettoso.

Festival 2023: la seconda serata di Grignani a Sanremo

Fermi tutti. Eccolo, Gianluca Grignani. Quello autentico fino alla fine. Spazzolato via l’imbarazzo, il contegno, molato il freno a mano è tornato lui. Un trascinatore. Ariston intriso di rock’n’roll fin dalla sua apparizione, giovedì 9 febbraio, in tenuta all white, giacca di pelle e camicia.

Stavolta la voce c’è, si sente, il feeling con il brano non era venuto meno nemmeno in precedenza ma stavolta è diverso. Grignani è dentro il pezzo, completamente. Fino a quando un calo di voce nell’auricolare lo costringe a interrompere l’esibizione a tre quarti e chiedere di ricominciare.

“A cinquant’anni so come si fa, a vent’anni non avrei saputo come fare”, dice ad Amadeus mentre si accolla tutte le responsabilità di quanto accaduto, elogiando i tecnici di sala per l’ottimo lavoro svolto. Evidente anche la carezza metaforica a Blanco che, nella sera d’esordio del Festival, aveva distrutto i fiori presenti sul palco a causa – versione ufficiosa o ufficiale, non lo sappiamo veramente – dello stesso identico problema occorso a Grignani.

Ed è proprio il rocker a dare una lezione a quanti hanno immediatamente demolito il comportamento di Blanco: l’età e l’esperienza contano eccome, ha ribadito Grignani, quasi a voler fare da scudo allo stesso Blanco. Un gigante, l’Ariston ha cominciato in quel momento a fare il tifo per lui. Lo si è capito benissimo.

Festival 2023: la terza serata di Grignani a Sanremo

Venerdì 10 febbraio, a Sanremo è la volta dei duetti, tra cover e medley. Grignani si presenta con Arisa per cantare Destinazione Paradiso, il brano che proprio a Sanremo gli aveva spalancato i portoni della celebrità. Che dire: magari avevano preparato tutto nel migliore dei modi.

Magari doveva essere una esibizione impeccabile tra due voci che si lambiscono senza afferrarsi, che si incrociano senza mescolarsi. Magari sì. Invece non è stato nulla di tutto questo.

Grignani e Arisa, a un certo punto, hanno lasciato che a guidarli fosse l’istinto, l’emozione del momento, la complicità – davvero intensa – innescata tra i due. E ai fini dell’esibizione è andata benissimo così. Il loro momento – Arisa alla fine gli ha detto senza filtri: “Gianluca, abbiamo fatto un casino” – è stato trav quelli più partecipati e vissuti.

Per nulla banale, per nulla indifferente. Grignani e Arisa si sono tuffati tra le braccia del pubblico non senza alcuni momenti di rara sensualità, in cui tra i due è quasi parso di notare un feeling che vada oltre la professione.

Bene così, il rocker alla conquista dell’Ariston ce l’ha fatta. Anche al termine della terza sera la platea è con lui. Lo acclama. Lo coccola. Lo protegge. Perché adesso Grignani è cresciuto, è più sicuro ma quelle fragilità che si porta dietro sono sempre lì, si intercettano tutte.

Sono un po’ quelle di tutti noi: in quei momenti abbiamo sempre bisogno di una spalla, di una mano su cui poggiare il volto, di una presenza genitoriale. Materna, paterna. Gianluca Grignani, invece, parecchi di quei momenti lì li ha vissuto senza fiato: ha voluto dirlo, raccontarlo, mettersi a nudo. E il suo è stato un vero nudo, non come quello, tinto su stoffa, di Chiara Ferragni.

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