“Polpo croccante, cima di rapa, crema di fava, melanzana sott’olio, caciocavallo fuso e maionese al tabasco”, sono gli ingredienti di quello che potrebbe essere il panino perfetto, Il polpo i fulmine, secondo Vittorio Gucci, paninaro per scelta, ignorante gourmet e musicista di talento. Attenzione a chiamarlo chef però, caso mai provate con musical chef dato che, quando cucina, l’altra passione della sua vita non può mancare: è cosi vi potreste trovare a gustare il panino perfetto in uno dei suoi locali milanesi con il sottofondo di Una lunga storia d’amore di Gino Paoli, o addentarne uno con il tonno mentre lo chef in persona intona ironicamente “Ritonnerai”, parafrasando la celebre “Ritornerai” del cantautore di Monfalcone.

Una carriera, quella di Vittorio Gucci, che nasce sul piccolo schermo grazie alla musica, e che poi approda nelle cucine del suo Panino ignorante gourmet (Pig). Ma si sa, alle volte gli amori fanno dei giri immensi e poi ritornano, e da questa sera, martedì 30 maggio, Gucci torna in Tv con un nuovo format, per farci scoprire i tesori enogastronomici dell’Italia made in sud: un Indiana Jones del food e degli ingredienti più prestigiosi e prelibati della nostra tradizione, che concorreranno a creare Il Panino Perfetto, una mission sì ma anche il nome del programma in onda su Food Network.

Insieme a lui anche sua figlia, Sofia Plescia, animo raffinato e aspirante attrice, che accompagnerà il pubblico (anche) alla scoperta del lato più culturale di quest’avventura. Ma saranno riusciti a trovare il famigerato panino perfetto? “In realtà ne esistono una serie – sottolinea il paninaro-conduttore quando glielo chiedo – perché in ogni posto che abbiamo visitato ci sono delle eccellenze incredibili, non a km zero, ma centimetro zero. Ingredienti che rendono il panino perfetto in ogni puntata, sempre più bello di quello precedente”. E proprio come è difficile trovare un’unica idea di perfezione in mezzo a tante bontà, lo è anche trovare una puntata migliore di un’altra:

Abbiamo fatto questa prima edizione volutamente come Benvenuti al Sud: siamo partiti da Napoli, città straordinaria, per passare ai Sassi di Matera, un presepe internazionale. Da lì approdiamo in Calabria, le campagne verdi, Tropea, posti straordinari che aggiungono bellezza al nostro viaggio. Poi passiamo a Polignano a Mare, per finire con Catania e Palermo e qui c’era il mio cuore: io nasco a Palermo e a Mondello, a tre anni, mio zio Damiano mi teneva in braccio e mi faceva fare il primo bagno. Proprio qui (nell’ultima puntata del programma, ndr), su quella spiaggia ho messo la mia cucina, e ho cucinato di fronte a tutti i miei amici. Per me è stata un’emozione incredibile, avevo le lacrime in onda.

Piedi in acqua e mani sui fornelli nella splendida cornice del mare di Mondello quindi. Tanta emozione e la commovente sorpresa di avere anche il figlio Filippo (19 anni) in puntata. A portare il ragazzo in gran segreto è stata Sofia Plescia, primogenita di Vittorio Gucci, con cui lo chef ha condiviso quest’avventura: cosa ha significato per padre e figlia questa esperienza?

Ho un rapporto con mia figlia incredibile, sono molto protettivo con lei e siamo uniti: andiamo a ballare insieme e dei due, devo dire, che sembro io il ragazzo, lei è molto più posata. Lo stesso rapporto che abbiamo nella vita lo abbiamo anche nel programma: io non ho copione e anche lei è stata molto naturale, e questo traspare durante tutte le puntate, dove si vedono anche tutti i nostri punzecchiamenti, classici tra padre e figlia.

Tornando ai panini, c’è un ingrediente che ha ‘scoperto’ e che riproporrà anche nei suoi locali a Milano? “Il pesto di pistacchio che ho fatto a Bronte – mi risponde sicuro -. La filiera mi ha colpito tantissimo: non avevo mai visto una pianta di pistacchi e ho capito perché costa caro. La raccolta e la semina avvengono solo ogni due anni e c’è un lavoro incredibile dietro”. Saltando ancora, impossibile non chiedere a Gucci di quella che lui stesso definisce “La sua prima vita”, ossia la musica, e dei programmi Tv in cui si è esibito (Buona Domenica, etc): “Non mi manca, perché lo faccio sempre (suona e canta nei suoi ristoranti, ndr), e smisi con la Tv perché non mi divertiva più, ma ricordo che dissi ‘Tornerò in televisione, ma con un programma di musica e cibo'”. Inoltre, dopo questa prima edizione de Il panino perfetto, lo chef-paninaro sarà a teatro con un suo spettacolo il prossimo autunno (il 23 ottobre), come ci ha svelato in anteprima: “Sarà uno show di food e musica, ma ancora non voglio spoilerare nulla”. 

Che ricordi conserva del periodo sul piccolo schermo: ce ne racconta uno bello e uno brutto?

Il più bello è sicuramente quello legato alla mia prima puntata di Buona Domenica: mi divertivo tantissimo. Il più brutto è quando facevo i collegamenti a Mattino Cinque, grazie alla mia amica Federica Panicucci, dove mi lamentavo con il Governo subito dopo lo scoppio del Covid, perché la mia società era nata ad aprile, la pandemia a marzo, e non avendo un anno di storia con il mio locale non meritavo i sostegni, e tutto quello che avevo costruito era da buttare via.

L’idea del ‘panino ignorante’, invece, come è nata?

Ho sempre amato fare questo, tant’è che per potermi permettere le vacanze a 17/18 anni facevo proprio panini. Ma quando ho deciso di voler tornare in Tv con la cucina, uno chef stellato molto noto, di cui non voglio fare il nome, mi disse che se amavo far panini avrei dovuto farlo e allora mi misi a imparare le varie tecniche. Il nome invece è nato una notte in cui cucinai un panino a mia figlia appena rientrata dalla discoteca, con le poche cose che avevo in frigo, e lei mi disse ‘Papà, ma quanto è ignorante questo panino, però è buonissimo’. Da lì, ignorante gourmet: ignorante nella forma, gourmet nella qualità degli ingredienti.

E infine eccoci, la televisione è tornata con un progetto realizzato (Il panino perfetto su Food Network), la musica c’è ancora, l’incubo lockdown è alle spalle e da un locale ,Vittorio Gucci, sta per passare a tre, mentre dall’estero già arrivano proposte allettanti. Ci sono altri sogni da realizzare?

Ho imparato a vivere il sogno di oggi, vedere tutto quello che mi sta succedendo ogni giorno quando mi sveglio per me è già un sogno. Poi piano piano quello che deve arrivare arriva, ma ora mi sto vivendo i sogni più belli, quelli reali.