Povere creature! è il nuovo film di Yorgos Lanthimos e vede protagonista Emma Stone (La La Land), con la quale il regista aveva già lavorato per portare sul grande schermo La favorita, presentato a Venezia nel 2018. Nel 2023 il cineasta torna alla Mostra del Cinema per far vedere al pubblico la pellicola incentrata su una donna che ha sete di sapere e vuole conoscere tutti gli aspetti, belli e brutti, della vita. Insieme alla formidabile Emma Stone, nel film in arrivo nelle sale italiane dall’8 settembre troviamo un cast ben assortito: Mark Ruffalo, Willem Dafoe, Ramy Youssef, Christopher Abbott, Suzy Bemba, Jerrod Carmichael, Kathryn Hunter, Vicki Pepperdine, Margaret Qualley e Hanna Schygulla.

La trama

Povere creature! è la storia incredibile della fantastica trasformazione di Bella Baxter (Emma Stone), una giovane donna riportata in vita dal dottor Godwin Baxter (Willem Dafoe), scienziato brillante e poco ortodosso. Bella vive sotto la protezione di Baxter ma è desiderosa di imparare. Attratta dalla mondanità che le manca, fugge con Duncan Wedderburn (Mark Ruffalo), un avvocato scaltro e dissoluto, in una travolgente avventura che si svolge su più continenti. Libera dai pregiudizi del suo tempo, Bella cresce salda nel suo proposito di battersi per l’uguaglianza e l’emancipazione.

La recensione di Povere creature!

Quest’anno Yorgos Lanthimos ha ottime possibilità di vincere il tanto desiderato Leone d’Oro. È un azzardo scriverlo, certamente, ma il film ha tutte le carte in regola per riuscirci, e l’intera critica ne è cosciente: gli applausi, durati per qualche minuto abbondante finita la proiezione, hanno detto tutto.

Ma veniamo al punto. Povere creature! è una pellicola irriverente e spiazzante, perché Lanthimos sovverte tutte le regole che la società odierna impone per raccontare una storia tanto originale quanto incredibile, dove la protagonista è una donna morta suicida a cui viene impiantato il cervello del feto che portava in grembo al momento del tragico evento. Già di per sé questo fatto è allo stesso tempo bizzarro e inquietante, ma non è l’unico elemento a sorprendere. Lei è sì tornata in vita grazie alla scienza, ma ha in sé il cervello di una bambina, che la limita nei movimenti, nei pensieri e nell’esprimersi. È come se fosse una piccola Frankenstein adulta che sta cercando di crescere e farsi strada in quel viaggio chiamato esistenza, il che ci invita a una prima riflessione: Bella non è tanto diversa dall’essere umano così come lo conosciamo, perché, come molti di noi, è cresciuta esternamente ma ancora immatura dentro. Ciò porta con sé anche dinamiche decisamente esilaranti, che raggiungono l’apice quando la protagonista scopre per la prima volta il piacere derivante dall’atto sessuale. E Lanthimos mostra tutto, anche esplicite scene di nudo, senza curarsi di andare oltre il limite, anzi li cancella tutti, trasformando questa scelta, geniale, nella sua arma vincente.

La pellicola, tra battute a effetto e situazioni e reazioni oltre il limite dell’assurdo, pone il pubblico davanti una profonda riflessione legata all’emancipazione della donna, che qui è totale ma nella vita reale è ancora frenata dalle regole imposte dalla società odierna. In Povere creature! anche le domande più inopportune di Bella trovano una risposta da parte dei suoi interlocutori, tutti sopra le righe e costruiti apposta per mantenere costante la linea surreale. La qualità del lavoro di Lanthimos, suddiviso in 4 capitoletti, non è in discussione: utilizza degli espedienti mica da poco, che non solo creano un maggiore dinamismo – da citare è la scena in cui Emma Stone e Mark Ruffalo ballano in una sala – ma coinvolgono sempre più lo spettatore, facendolo addirittura entrare nella mente della protagonista attraverso una specie di spioncino che domina in un paio di occasioni l’inquadratura.

Come sempre Emma Stone dimostra di essere una Dea davanti alla macchina da presa, ma anche la straordinaria interpretazione di Mark Ruffalo non è da meno: il suo personaggio, l’avvocato Duncan Wedderburn, rappresenta l’uomo che non deve chiedere mai, imbattibile a letto ma restio a vivere relazioni serie, che una volta innamorato si vede crollare il mondo addosso perché talmente fragile da non riuscire a fare a meno della sua dolce – in questo caso mica tanto, perché Bella è sin troppo diretta, sfacciata e fredda – metà, diventando in un secondo momento simbolo della pochezza umana, una “povera creatura”. Ed ecco che torniamo indietro, al concetto di immaturità, ben evidenziato nel film che mostra una vera e propria, seppure piccola, rivoluzione femminile. L’unico aspetto che non convince molto, al di là dell’eccessiva durata della pellicola, riguarda l’evoluzione di Bella, la quale in un tempo limitato è riuscita a trasformarsi in una sorta di genio della comunicazione, tanto da usare frasi alquanto complesse durante alcuni confronti.

Voto: 9