Avere la pancia gonfia piace davvero a pochi, a volte però tende a non andare via e non si capire quale sia il motivo. La colpa può essere del Fodmap, ne hai mai sentito parlare?
Viviamo in una società basata sull’immagine, inutile negarlo, dove molti dei giudizi che ci vengono dati possono essere condizionati da questo aspetto, anche per ambiti, come quello lavorativo, che non avrebbero niente a che vedere con l’aspetto estetico.

È anche per questo, oltre che per una naturale forma di insicurezza, che si tende a fare il possibile per apparire al meglio tenendo anche sotto controllo il peso, ma anche quando questo sembra nella norma si può notare qualcosa che in pochi gradiscono, ovvero la pancia gonfia, che sta certamente poco bene in un fisico longilineo.
In casi simili si tende subito a pensare di avere mangiato in maniera eccessiva, per questo si può arrivare almeno per un paio di giorni a ridurre le proprie porzioni, comportamento che è però in realtà del tutto sbagliato. Non solo, perché si può poi tornare esattamente come prima, ma soprattutto perché se si vuole risolvere davvero è necessario comprendere quale sia la causa e partire da quello per iniziare a stare meglio. Anzi, nella maggior parte dei casi la ragione di questa situazione poco gradita può essere da addebitare al Fodmap, termine che forse non è però così noto.
Pancia gonfia perenne: la causa a cui non pensi
Avere la pancia gonfia perenne fa pensare che sia una situazione dovuta a una serie di abbuffate, per questo si tende a credere che mettendosi a dieta e mangiando meno il problema possa essere risolto. Non è detto però sia così, la caysa può essere infatti legata a un termine forse noto a poche persone, ma che coinvolge da vicino tante persone.

Il riferimento è al “FodMap”, ovvero gli zuccheri contenuti in specifici cibi da ritenere responsabili del gonfiore addominale subito dopo i pasti. Sottovalutare questo problema è un grave errore, visto che non può essere considerato solo come qualcosa legato all’estetica, se è accompagnato a sintomi quali flatulenza, eruttazione, senso di pesantezza, tachicardia o abbassamento della voce.
Il primo passo da compiere dovrebbe consistere nel cercare di capire se si sia affetti da allergie o intolleranze, qualora queste siano riscontrate è facile che gli alimenti che a noi non sono adatti possano causare questo disturbo. Esclusa invece questa causa, si deve collegare questo all‘accumulo eccessivo di gas, prodotto dai processi di fermentazione operati dai batteri che risiedono a livello intestinale.
Si deve quindi intervenire sulla dieta, puntando su un regime alimentare equilibrato e sano, che prevede la riduzione dell’assunzione di quei cibi che contengono appunto il Fodmap, ovvero Fermentable Oligosaccharides, Disaccharides, Monosaccharides and Polyols. Questi zuccheri possono avere conseguenze negative sull’intestino, perché nutrono dei microrganismi che, crescendo, possono disturbare l’equilibrio del nostro organismo.
Non è detto sia comunque necessario eliminare del tutto questi cibi, ma sicuramente ridurne il consumo. Tra questi possiamo citare la farina di frumento, diversi tipi di verdura come asparagi, cipolla, aglio, cavolo cappuccio, cicoria e frutta fresca tra cui mela, pera, mango, pesca, albicocche, ciliegie, anguria.
A loro si aggiungono legumi, frutta in guscio, latte e derivati, miele, sciroppo d’acero e polioli (zuccheri usati come dolcificanti). I nutrizionisti consigliano di partire eliminandoli del tutto, magari per un paio di settimane, per poi reintrodurli gradualmente così che l’organismo possa abituarsi, affiancando questo a una terapia probiotica.