‘Sei come tua madre’, qual è davvero la probabilità di ereditare comportamenti dai genitori? La psicologia risponde

La sentenza: “Sei come tua madre”. La reazione spesso indispettita. L’essere umano tende davvero a ereditare la personalità genitoriale? 

Schemi ripetuti che lasciano poco spazio alla fantasia. La discussione con il partner che sfocia nell’angosciante: “Sei come tua madre”. Perché ci tocca così negativamente? Tralasciando dinamiche tossiche, più diffuse di quanto possiamo immaginare, per cui i figli cercano disperatamente di dissociarsi dall’impronta genitoriale. La risposta è più ampia e ha molto a che fare con l’autodeterminazione e la costruzione della propria identità. L’essere umano non accetta di essere una spugna.

Madre tiene la mano di una neonata
‘Sei come tua madre’, qual è davvero la probabilità di ereditare comportamenti dai genitori? La psicologia risponde – imtv.it

La psicologia da sempre dibatte sul tema dell’ereditarietà. Non certo in senso estetico. Il naso del padre, gli occhi della madre, la bocca della nonna. Su quello possiamo fare poco, in quanto siamo frutto di un intreccio complesso di catene di DNA. È sul carattere, sulla personalità che diventiamo più suscettibili. Questo perché siamo governati da un impulso, comune a tutti, uomini e donne: la volontà di essere unici.

Allo stesso tempo, non possiamo sfuggire all’imprinting. Sin dall’infanzia ci confrontiamo con i nostri genitori, imparando inconsapevolmente delle dinamiche che poi ripetiamo in età adulta. Se nostra madre adagia i coltelli nella lavastoviglie a punta in giù, lo faremo anche noi. Se nostro padre risponde a tono quando qualcuno gli manca di rispetto, probabilmente lo faremo anche noi. Questo significa che, in quanto ‘mele’, non riusciremo mai a ‘cadere lontano dall’albero’? Non è proprio così.

Rapporto genitori-figli e ricerca ossessiva dell’unicità

“L’esperienza che ci è stata trasmessa fin dall’infanzia nel nostro rapporto con gli altri è strutturante” – spiega Jean Philippe Tavoillot, filosofo e accademico francese – “ci fornisce punti di riferimento. Impariamo imitando“. È pur vero, sottolinea, che ciò non significa che sia impossibile alterare tale schema di apprendimento. Quando si tratta di genitorialità “è difficile inventare”, ma non impossibile.

Madre insieme a sua figlia piccola
Rapporto genitori-figli e ricerca ossessiva dell’unicità – imtv.it

L’unicità si fonda sull’osservazione e sull’apprendimento attivo. Nella sostanza, per alimentare il processo di autodeterminazione, è importante non assorbire passivamente i comportamenti e la personalità dei nostri genitori. Esempio: se nostra madre vive male le discussioni e piange, invece di imitarla, possiamo riflettere sulle motivazioni che le impediscono di reggere un semplice confronto e comportarci di conseguenza.

Il rapporto genitori-figli così si reinventa. Non è più verticale, bensì orizzontale. Anche un padre o una madre possono raggiungere una maggiore consapevolezza esistenziale osservando i propri figli. Poiché, con il tempo che scorre veloce, sono inevitabilmente loro ad avere maggiore presa di coscienza sul presente.

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