Silvio Berlusconi è morto, a 86 anni se ne va l’imprenditore, ex premier che ha rivoluzionato la tv

“Sono un invincibile” è una delle frasi che più lo ha contraddistinto. Ma alla fine Silvio Berlusconi si è arreso. Uno degli uomini più influenti e importanti degli ultimi 50 anni in Italia e non solo si è spento all’età di 86 anni. L’annuncio è arrivato dall’ospedale San Raffaele dove il magnate della televisione, ex premier, era ricoverato da venerdì per essere sottoposto ad “accertamenti programmati” legati alla leucemia mielomonocitica cronica di cui soffriva da tempo.

In mattinata il fratello Paolo e i figli Piersilvio, Barbara, Marina ed Eleonora erano andati a dargli l’ultimo saluto. Con Berlusconi se ne va un pezzo di storia dell’Italia a diversi livelli: imprenditore, politico ex presidente del Consiglio e capo di Forza Italia, e sportivo per anni presidente del Milan che ha vinto tutto. Tra le altre cose Berlusconi ha rivoluzionato il modo di fare tv in Italia, il padre delle televisioni commerciali e private.

La vita di Silvio Berlusconi in breve

Berlusconi, che aveva 86 anni, è stato tre volte presidente del Consiglio e uno degli imprenditori più famosi e di successo in Italia. È stato anche il politico più controverso, discusso, influente e divisivo degli ultimi trent’anni di storia del paese. Figlio del direttore della Banca Rasini, Luigi, e della stenografa Maria Rosa Bossi, Silvio Berlusconi nasce il 29 settembre 1936.

E’ stato ex Premier dopo aver fondato Forza Italia vincendo le elezioni nel 1994 dopo una vita da imprenditore iniziata con Edilnord per poi sfociare in Fininvest, poi diventata Mediaset, azienda che ha dato lavoro a milioni di italiani.

Come Silvio Berlusconi ha rivoluzionato la tv: da Fininvest a Mediaset

L’inizio dell’ascesa di Berlusconi nell’imprenditoria coincide con la nascita nel 1968 di Edilnord con cui costruisce il quartiere di Milano 2. Sei anni dopo parte l’avventura con le televisioni, con la prima rete privata italiana, TeleMilano 58 che nel 1976 prende il nome di Canale 5. Berlusconi crede fermamente in questo nuovo progetto e propone programmi diversi dalla RAI, porta in Italia i telefilm americani, quando ancora non si chiamavano serie tv, i film, le telenovelas e gli antesignani delle soap, come Dallas e Dynasty. Ma soprattutto fa una campagna acquisti massiccia di big della tv, da Mike Bongiorno a Raimondo Vianello passando per Corrado e poi ancora Raffaella Carrà e Pippo Baudo ma solo per poco. Nel 1982 il gruppo si allarga con l’acquisto di Italia 1 dall’editore Edilio Rusconi e di Rete 4 nel 1984 dal gruppo editoriale Arnoldo Mondadori Editore (all’epoca controllato dall’editore Mario Formenton).

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