Chiara Ferragni, dopo lo scandolo Balocco arrivano le “uova d’oro” di Dolci Preziosi

Sulle pagine del Fatto Quotidiano Selvaggia Lucarelli continua a raccontare di Chiara Ferragni. Questa volta l’influencer si sarebbe macchiata di un gesto molto simile a quello dello scandalo dei pandori griffati ma ora al centro della polemica ci sarebbero le uova di Pasqua di Dolci Preziosi.

Lo scandalo delle uova di Pasqua

Questa volta a finire sotto l’occhio del ciclone sono due campagne promozionali, una a febbraio 2021 e l’altra dopo un anno: Chiara Ferragni ha pubblicizzato uova di Pasqua in collaborazione con Dolci Preziosi. L’obiettivo era sostenere l’associazione “i Bambini delle Fate”, fondata da Franco Antonello, che aiuta i più piccoli affetti da autismo.

 

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Selvaggia Lucarelli sulle pagine del Fatto Quotidiano ha scritto che l’imprenditrice è stata scelta come testimonial. Il proprietario di Dolci Preziosi Franco Canillo ha spiegato che all’associazione è stata fatta una donazione non riguardante il ricavato delle vendite delle uova di Pasqua. Non ci sarebbe quindi nessuna correlazione tra vendita e donazione. Inoltre sempre Canillo ha raccontato di aver scelto come testimonial Ferragni e di averla pagata 500mila euro il primo anno e 700mila il secondo. Successivamente l’influencer “ha chiesto una cifra esorbitante e non abbiamo più chiuso il contratto”, ha detto ancora l’imprenditore che ha acquisito la Dolci Preziosi.

La donazione all’associazione i Bambini delle Fate

La giornalista del Fatto Quotidiano ha poi contattato Franco Antonello dell’associazione “i Bambini delle Fate” che ha spiegato: “Noi abbiamo stretto un accordo con Dolci Preziosi, loro volevano scrivere che la donazione era legata alle vendite, noi ci siamo rifiutati e abbiamo permesso di usare l’espressione ‘Sosteniamo i Bambini delle fate'”. In totale sono stati donati 36mila euro, 12mila il primo anno e 24mila il secondo. In sintesi non ci sarebbe alcuna correlazione tra il ricavato delle vendite delle uova e l’importo delle donazioni così com’è successo per il caso del pandoro griffato della Balocco.

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