Selfie De Filippi – cittadini davanti al feretro di Maurizio Costanzo. Inutile scandalizzarsi, ormai abbiamo sdoganato anche l’indecenza trasformandola in “fotografia della realtà”. Oppure no? Indignarsi deve restare un dovere – morale, etico – imprescindibile di fronte ad alcuni avvenimenti che lasciano sbigottiti?
Tradotto: come reagire di fronte a donne e uomini della società civile che, nell’atto di dedicare qualche minuto del loro tempo a Maurizio Costanzo, recandosi nella camera ardente per un ultimo saluto, si fermano vicino a Maria De Filippi per chiederle un selfie? Ne abbiamo discusso in redazione e lo hanno fatto, insieme a noi, migliaia e migliaia di utenti che – sui social – hanno preso posizione.
Selfie Maria de Filippi e reazioni social
Alcune molto nette: sono degli sciacalli, persone indegne, dovrebbero vergognarsi, gente che non vale niente. Eccetera: potremmo andare avanti qualche ora ma ci fermiamo qui, riportando solo una minima parte di commenti negativi che – per scelta – abbiamo edulcorato.
Altre posizioni, tuttavia, sono state più possibiliste, meno accusatorie, quasi comprensive: è tutto figlio dello scadimento dei tempi, dello svilimento della morale ma è anche ciò a cui ha abituato la televisione per prima. La tv che ci entra in camera da letto, che mercifica i sentimenti, che legittima la presenza in nome dell’informazione pura e cruda.
Selfie Maria De Filippi vicino alla bara di Costanzo
La tesi dalla quale muovono coloro che non si sono scandalizzati nell’aver visto alcuni cittadini chiedere un selfie a Maria De Filippi proprio vicino alla bara di Maurizio Costanzo, proprio in un momento di così grande riservatezza, sta proprio nella reazione di De Filippi, la quale non ha declinato, non si è tirata indietro e si è prestata affinché i fans potessero immortalarla, immortalarsi in quel particolare momento. Perché non ha declinato?
Le ragioni possono ovviamente essere molteplici e non sta a noi leggere nel pensiero della diretta interessata. Certo, d’istinto al suo posto avremmo piazzato una scenata seduta stante. E sarebbe stato un errore. Viene da pensare – riconoscendo a Maria De Filippi grande intelligenza – che lo abbia ritenuto o vissuto o scelto di vivere come una dimostrazione (fuori luogo, ovviamente fuori luogo) di grande legame. Forse anche di affetto, partendo dal presupposto – e lei lo ha sempre fatto: ha sempre ascoltato e analizzato il punto di vista, o il punto di partenza, dell’interlocutore che gli è di fronte – che non tutti abbiamo gli stessi strumenti per qualificare ed esternare sentimenti, stati d’animo, per vivere nella medesima maniera – più o meno razionale – determinate situazioni.
Le responsabilità della televisione
La società è fluida. I tempi sono fluidi. I modi si sono relativizzati. E non è detto che, a contribuire in quello che all’apparenza pare uno svilimento delle buone maniere (oseremmo dire della decenza), la televisione non abbia le sue responsabilità. La stessa tv che ha reso, negli ultimi anni, ogni occasione di vita (e di morte) un’occasione buona.
E che ha reso buona anche ogni occasione utile affinché si parli di qualcosa. È anche la tv che ha contribuito prima a scuotere la bottiglia di spumante e poi a togliere il tappo: è uscito di tutto. In nome dell’auditel? Macché, i diretti protagonisti direbbero in nome del realismo. Ecco perché, viene da dire, non tutto ci sta, non tutto è lecito, non tutto ha antefatti e conseguenze che rimandano al buon senso, all’educazione, al senso civico. Eppure, tanto non basta per scandalizzarci. Non più di quanto riesca a farci arrabbiare una scuola che non funziona, l’inedia dei cittadini, lo scarso insegnamento che arriva da figure preposte a insegnare.
Maurizio Costanzo e l’epigrafe di Cesare Pavese
Non avrebbe scandalizzato di certo Maurizio Costanzo: non si è mai scandalizzato di fronte a genuina e bonaria ignoranza. Abbiamo sempre ritenuto che non temesse tutto ciò, quanto piuttosto la cattiveria – più o meno gratuita. Quando gli venne chiesto se avesse già deciso quale epigrafe far mettere sulla tomba, Costanzo rispose sicuro:
Sì. La frase vergata da Cesare Pavese, prima del passo estremo: Non fate troppi pettegolezzi.