Domenica sera su Rai 4 arriva in prima visione il film Mandrake, un’opera che ha saputo lasciare il segno nei festival internazionali dedicati all’horror. Si tratta di una pellicola capace di fondere folklore, inquietudine e riflessione psicologica, ambientato tra le atmosfere umide e misteriose delle paludi nord-irlandesi. Un racconto che non si limita a spaventare lo spettatore con riti e stregonerie, ma che mette al centro la complessità dei legami familiari e il dolore delle ferite interiori. Un titolo che promette di regalare brividi ma anche di far riflettere sul confine sottile che separa il bene dal male. Prima di vederlo stasera in tv scopriamone la trama, il cast e il finale.
La vicenda segue Cathy, un’agente di custodia cautelare abituata a occuparsi di ex detenuti in reinserimento sociale. La sua vita privata, segnata da un matrimonio fallito e da un figlio malato che la percepisce distante, si intreccia con l’arrivo della sua nuova assistita: Mary Laidlaw, soprannominata “Bloody Mary”. Ex detenuta accusata di diversi omicidi e sospettata di pratiche oscure, Mary porta con sé un’aura di inquietudine che subito attira i sospetti della comunità.
Quando nella zona ricominciano a verificarsi sparizioni e misteriosi delitti, tutti gli occhi si posano inevitabilmente su di lei. Ma la forza del film sta nel non ridurre Mary al semplice ruolo di antagonista. Le sue cicatrici fisiche e psicologiche raccontano di un passato di violenze subite e di un patto con entità misteriose, che le ha donato e strappato via un figlio. Il bosco che circonda il villaggio diventa così un luogo vivo e minaccioso, teatro di superstizioni, paura e rituali che richiamano il folk horror più classico, da The Wicker Man a The Witch.
Nel finale di Mandrake, Cathy scopre che il confine tra superstizione e realtà è ormai dissolto. Dopo la scomparsa dei bambini, la tensione esplode: la comunità si rivolta contro Mary, convinta che la donna sia davvero una strega. Ma la verità resta ambigua. Cathy, intrappolata tra senso di colpa e compassione, assiste impotente al compiersi del destino di Mary, mentre il bosco sembra reclamare ciò che gli appartiene. L’ultima scena lascia solo silenzio e nebbia: nessuna catarsi, solo l’eco di un male antico che continua a mettere radici sotto la superficie del mondo umano.
Il cuore pulsante di Mandrake sono le due interpreti principali. Deirdre Mullins dà spessore a Cathy, una donna combattuta tra senso del dovere e fragilità personale, mentre Derbhle Crotty, attrice teatrale al suo debutto sul grande schermo, offre una performance magnetica nei panni di Mary: inquietante e fragile allo stesso tempo, capace di suscitare timore ma anche compassione.
La regia è firmata da Lynne Davison, al suo primo lungometraggio dopo una serie di cortometraggi apprezzati. L’autrice irlandese riesce a sfruttare al meglio l’ambientazione naturale, facendo delle paludi un personaggio a sé stante e giocando con luci e fotografia per creare un’atmosfera sospesa tra realismo e magia. Il finale, senza svelare troppo, porta lo scontro tra Cathy e Mary a un punto di non ritorno, con rivelazioni che ribaltano i ruoli di vittima e carnefice. Non tutti i misteri vengono chiariti, e proprio questa ambiguità contribuisce a rendere l’opera ancora più perturbante. Mandrake non è un horror convenzionale, ma un viaggio nelle zone d’ombra dell’animo umano, che lascia lo spettatore con una sensazione di inquietudine e pietà al tempo stesso. Mandrake andrà in onda domenica sera – 5 ottobre 2025 – su Rai 4.
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