Luciana Littizzetto, la lettera a Maurizio Costanzo commuove Maria De Filippi
Ieri sera, 20 febbraio, su Canale 5 e in streaming su Mediaset Infinity è andato in onda, in seconda serata, Dedicato a Maurizio Costanzo. Uno speciale condotto eccezionalmente da Fabio Fazio affiancato da Maria De Filippi e una miriade di ospiti che nel corso di questi quarant’anni, hanno riempito il Teatro Parioli di Roma, ufficialmente ribattezzato Parioli Costanzo. Tantissimi i volti noti presenti per omaggiare il grande giornalista scomparso un anno fa: Mara Venier, Carlo Verdone, Paolo Bonolis e tanti alti. Tra questi anche Luciana Littizzetto, che ha voluto celebrarlo con una lettera che ha commosso tutti, anche la stessa Maria De Filippi. Vediamo nel dettaglio.
Luciana Littizzetto e la lettera per Maurizio Costanzo: “Te ne sei andato da un anno e la Tv non è più la stessa”
Nella seconda serata di ieri, 20 febbraio, Canale 5 ha trasmesso Dedicato a Maurizio Costanzo, uno speciale per rendere omaggio al famoso conduttore e giornalista scomparso un anno fa. Tantissimi gli ospiti presenti, tra cui: Mara Venier, Carlo Verdone, Christian De Sica, Renzo Arbore, Paolo Bonolis, Enrico Mentana, Giobbe Covatta, Rita Dalla Chiesa, Dario Vergassola, Ricky Memphis, Michele Santoro, Vittorio Sgarbi, Fiorello, Enzo Iacchetti, Platinette, Vladimir Luxuria e Giorgia. Amici, colleghi e tanti personaggi scoperti da Costanzo nel corso degli anni, come Luciana Littizzetto che ha voluto dedicargli una lettera che ha commosso tutti. Un’epistola in cui ha voluto ringraziare Maurizio per tante cose, per aver parlato senza paura di temi importanti, come l’omosessualità, l’omofobia, la mafia. Il volto di Che Tempo Che Fa ha così esordito: “Ciao Maurizio, o Maury come ti chiamano qui, o Costanzo come ti chiamano gli italiani”.
Luciana ha poi proseguito:
Te ne sei andato da un anno e da allora la tv non è più la stessa. Qui è un po’ come il Louvre senza la Gioconda o Atene senza il Partenone o Sanremo senza Vessicchio. Certo, si va avanti, ma ti accorgi che manca qualcosa. Perché tu sei stato la televisione, più della parabola, del telecomando o del tubo catodico. Sei stato l’invenzione, quello che prima non c’era, in tv c’è un avanti C e un dopo C, dove C sta per Costanzo. E sei stato il talk show, l’alto e il basso che si mescolano, le vite della gente che diventano storia. Se la Rai con il maestro Manzi ci ha insegnato a leggere, tu ci hai insegnato cosa leggere, cosa ascoltare o vedere.
Tu che hai aperto il sipario a un sacco di giovani comici dall’animo in tempesta che su questo palco sono riusciti a trovare la rotta. Tu ti accorgevi, ci scrutavi e sgamavi quella scintilla che avevamo dentro, anche se era così piccola che nemmeno noi la vedevamo. Hai dato una chance anche a me, una piccola comica torinese agli inizi. Poi è arrivata la chiamata ‘le andrebbe di venire?’. Nemmeno il tempo di riagganciare che ero già in stazione. Poi quei minuti in attesa passati davanti alla porta del tuo camerino insieme agli altri ospiti della puntata, tra politici, magistrati, scrittori, ballerine, giornalisti, scappati di casa, sembrava il bar di Guerre Stellari.
Tra battute e la commozione generale, Littizzetto ha continuato a leggere:
Poi tu ci chiamavi ed entravamo uno ad uno come dal medico della mutua. Mentre fumavi una delle nove sigarette che avevi in mano ci ascoltavi e dopo pochi minuti ci congedavi ‘ci vediamo dopo’ dicevi. E noi a chiederci ‘ma avrà capito?’. Ma tu capivi tutto benissimo. Adesso te lo posso confessare: tu non hai idea dell’ansia che avevo. Quando ero qui sopra, se con la coda dell’occhio vedevo che le cose non andavano come speravi il mio sangue diventava granita, ma bastava che ti avvicinassi con il tuo sgabello un po’ più vicino a me, appoggiandoti alla cartellina come fosse un davanzale per sentire che ti stavi fidando e anche io riprendevo fiato.
Sul finire, i numerosi e sentiti ringraziamenti:
Volevo dirti grazie anche come spettatrice, per tutte le volte che mi sono svegliata sul divano e ho trovato il tuo faccione ad ammansire il pubblico ‘boni, state boni’, mentre Sgarbi mandava qualcuno a quel paese. Grazie per avermi fatto scoprire un nuovo artista o ritrovarne uno del passato. Grazie per aver parlato di mafia in modo facile, limpido, che capissero tutti, purtroppo però l’hanno capito anche loro troppo bene. E grazie per aver parlato in uno show di intrattenimento di omofobia, omosessuali, transgender, di aids, per aver abbassato il provincialismo bigotto della nostra nazione. E voglio dire grazie a Maria per avermi fatto salire qui su questo palco a ricordare il tuo Maurizio. Il tempo non cambia nulla del dolore, ma ricordare insieme è una specie di carezza che lo rende un po’ più lieve. Siete una bella coppia. PS: Maurizio, almeno da lassù, cambiando prospettiva, hai capito cosa c’è dietro l’angolo?
Dedicato a Maurizio Costanzo, Fabio Fazio e Maria De Filippi
La dedica di Maria De Filippi a Maurizio Costanzo
La serata è iniziata con Maria De Filippi che, prima di aprire il sipario, ha spiegato perché non ha voluto rilasciare interviste dopo la scomparsa del marito:
In questo ultimo anno in tanti m’hanno chiesto di parlare di lui. È successo che tanti giornalisti hanno chiesto interviste, sia della carta stampata che della televisione. Non ho mai voluto farlo, non per mancanza di stima nei confronti dei giornalisti, ma perché ho sempre avuto paura – e ce l’ho anche adesso un pochettino – che con le parole si banalizzi sia l’amore che il dolore e questo è stato il motivo per cui non ho rilasciato nessuna intervista
Nei pochi istanti precedenti all’apertura del sipario, De Filippi fa una precisazione:
Quando parlo al presente – mia mamma faceva l’insegnante di italiano – non è che non conosca i tempi e le coniugazioni, parlo al presente perché io penso che lui sia presente e quindi uso il presente.