Emilio Fede invecchiato – anagraficamente, certo: l’ex direttore del Tg4 ha 91 anni – ma anche intriso di dolore: un dolore che, a un certo punto, ha fatto fatica a trattenere, anzi, non è riuscito a nascondere e, nel corso dell’intervista esclusiva concessa a Non è l’Arena, registrata in esterna e introdotta da Massimo Giletti, andata in onda su La7 domenica 19 febbraio, ha chiuso in lacrime.
Un pianto di tristezza – davanti alle telecamere di Non è L’Arena – mista a dubbi irrisolti cui il giornalista cerca di dare, invano, delle risposte. Da un certo momento in avanti la sua vita è stata stravolta: l’inizio del calvario di Fede è stato il 2011. Da lì in avanti, è stato un declino inarrestabile che ha trovato l’epilogo drammatico nella condanna per favoreggiamento della prostituzione.
Era il gennaio 2011 quando veniva indagato dalla Procura della Repubblica per induzione e favoreggiamento della prostituzione. Il suo nome, nelle indagini, accostato a quello di Silvio Berlusconi, Lele Mora e Nicole Minetti in relazione al caso Ruby, ovvero Karima El Mahroug.
Il processo, tra un grado e l’altro, va avanti fino alla condanna definitiva dell’11 aprile 2019, 4 anni e 7 mesi da scontare ai domiciliari. Nel frattempo, la vita di Emilio Fede si è trasformata: lo ha detto egli stesso nel corso dell’esclusiva a Non è l’Arena.
Non ho fatto il carcere, ho fatto i domiciliari ma ho perso tutto: lavoro, mia moglie, libertà. È stato un calvario. Era scritto che dovessi avviarmi alla conclusione della vita portandomi dietro un’accusa come quella di induzione alla prostituzione senza aver mai avuto contatti con Ruby.
Continua a sostenere di non averla mai vista, Ruby, eccetto una volta:
Non l’ho frequentata: mai. Le ho dato un passaggio una volta, per il resto le vicende sono state caricate di suggestione. Non ho mai visto cose strane: mai. Un giorno mi preparo per uscire, trovo due simpatici funzionari d’azienda che mi dicono: sei licenziato. Questa vicenda non ha rovinato i rapporti tra me e Silvio Berlusconi, ci mancherebbe altro. Adesso mi sento derubato.
Ed è qui che inizia un tracollo psicologico che lo porta a concludere l’intervista in lacrime proprio quando pensa a sua moglie che, tra tutte le vicissitudini occorse e le conseguenze derivate, pare essere il dolore più grande del giornalista:
Mi sento derubato ma soprattutto derubata mia moglie (la frase non è chiarissima, potrebbe aver detto derubato di mia moglie, ndr). Derubati, assolutamente derubati. Cosa chiederei se incontrassi Berlusconi, la prima cosa? Presidente, perchè sono stato arrestato?
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