Uno scandalo inatteso e imbarazzante è esploso attorno a Un posto al sole, la storica soap partenopea che dal 1996 tiene banco dal lunedì al venerdì nella fascia preserale di Rai 3. Le polemiche sono sorte a causa di una battuta pronunciata dal personaggio di Otello: “Quelli sono due rabbini, due sciacalli”. Una frase infelice, forse legata a pregiudizi di tipo razzista, che ha scatenato la reazione del Centro di documentazione ebraica, che ha accusato la soap di aver veicolato un messaggio antisemita. Ecco cosa è successo.
“Tu hai sbagliato a poterti fidare di uno come quello (…) Alberto Palladini è come Ferri: quelli sono due rabbini, due sciacalli”. Sarebbe questa la battuta incriminata, trasmessa nel corso della puntata andata in onda lunedì 20 marzo. Nella scena in questione si vede Silvia Graziani (personaggio interpretato dall’attrice Luisa Amatucci) in preda ai dubbi dopo aver ricevuto a una proposta d’acquisto per il Caffè Vulcano, il suo locale posillipino che da tempo naviga in pessime acque economiche. Il parere che Otello (Lucio Allocca) dà alla figlia Silvia è proprio quello di guardarsi bene dall’offerta dei due “rabbini” e “sciacalli” che a suo avviso potrebbero approfittare delle sue difficoltà economiche per rilevare l’attività a prezzo di saldo. Proprio il contesto della sceneggiatura aggrava il senso della frase incriminata, facendo tacito riferimento a pregiudizi atavici legati al rabbino avaro e pronto ad approfittare delle altrui disgrazie economiche, uno dei cavalli di battaglia dell’antisemitismo. Inoltre, è balzato agli occhi anche un altro particolare: nei sottotitoli è stata omessa la parola “rabbini”. Da qui la polemica lanciata esplosa nelle ultime ore, che ha spinto gli autori della soap a intervenire per chiarire la situazione.
La battuta in questione è visibile sul sito RaiPlay a questo indirizzo (al minuto 12:25 circa).
Davanti alle proteste del Centro di documentazione ebraica di Milano, gli sceneggiatori di Un posto al Sole, la Rai e Fremantle (casa di produzione della soap) si sono immediatamente attivati per spegnere lo scandalo, che in realtà scandalo non era. E’ stato fatto notare, infatti, che la parola incriminata non era “rabbini”, bensì “vampiri”. Una versione accettata dallo stesso Cdec, che preso atto della spiegazione degli autori ha fatto marcia indietro, ritirando le accuse di antisemitismo lanciate in precedenza all’indirizzo della soap: “Un ascolto superficiale della scena incriminata ha spinto il nostro ufficio a segnalare l’episodio sul sito web. – si legge nella seconda nota del Cdec – Da un controllo più accurato, verificato anche con gli sceneggiatori della trasmissione, abbiamo potuto accertare che la parola – in effetti biascicata e mal interpretabile – era ‘vampiri‘ e non, come erroneamente scritto, ‘rabbini’. Siamo certi che l’antisemitismo e l’utilizzo inappropriato di espressioni riguardanti la religione ebraica sia estraneo alla cultura della trasmissione”.
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