Platinette in ospedale per un nuovo intervento: cos’è successo
Mauro Coruzzi, meglio conosciuto come Platinette, è tornato in ospedale per concludere il suo percorso di riabilitazione in seguito all’ictus ischemico che l’ha colpito lo scorso marzo. In quell’occasione, infatti, i soccorsi sono arrivati in tempo riuscendo a salvargli la vita. Ieri, come ha spiegato lo stesso Mauro sui social, è arrivato finalmente all’ultimo atto per chiudere questo lungo percorso riabilitativo che gli consentirà di recuperare a pieno le sue funzionalità. Ed è proprio per questa ragione che si è recato in ospedale per sottoporsi ad un intervento chirurgico per evitare possibili ricadute. Ma vediamo tutto nel dettaglio.
Platinette su Instagram: “L’anno più pericoloso della mia vita”
Platinette, ha sempre aggiornato i suoi fan sulle sue condizioni di salute e lo ha fatto anche ieri, 5 dicembre, quando ha rivelato loro di essere stato in ospedale. Infatti, di comune accordo con lo staff medico che lo ha seguito dallo scorso marzo, ovvero, dai tempi dell’ictus ischemico, ha deciso di sottoporsi a un delicato interventochirurgico per evitare possibili ricadute: “È stata una toccata e fuga nel Day Surgery del Niguarda. Lo considero un regalo alla fine dell’anno più pericoloso della mia vita“. Mauro Coruzzi (per anni ospite a Pomeriggio 5, visibile in streaming su Mediaset Infinity) ha definito ha definito questo intervento Ultimo atto. Ha concluso così, il lungo percorso riabilitativo che gli ha permesso di ritornare a parlare e di riprendere del tutto la mobilità. All’Ospedale Niguarda Platinette si è fatto impiantare un ILR, ovvero, un dispositivo salvavita (un loop recorder impiantabile) in grado di diagnosticare in tempo reale i disturbi del ritmo cardiaco:
Ho terminato il percorso di riabilitazione post ictus con un intervento che mi ha piazzato vicino al cuore uno strumento in grado di rilevare eventuali aritmie
Mauro Coruzzi (Platinette)
L’ictus ischemico e la riabilitazione
Era il 14 marzo del 2023 quando Mauro Coruzzi fu colpito da un malore mentre si trovava nello studio del suo fisioterapista. All’ospedale Niguarda fu subito sottoposto a una trombectomia, che gli salvò la vita. Poi è iniziato il lungo processo di riabilitazione che, ad oggi, gli ha consentito di ritornare a parlare e a muoversi come prima.