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Piero Angela, commovente post del figlio Alberto a due anni dalla morte: “Non mi abituo alla sua assenza”. Ma Rai 1 non lo ricorda

Sono passati due anni dalla morte di Piero Angela. Il grande divulgatore scientifico si è spento il 13 agosto del 2022 all’età di 93 anni dedicandosi al suo lavoro in tv e non solo fino all’ultimo momento della sua vita. Oggi nell’anniversario del suo decesso in tanti lo stanno ricordando specie sui social. E alla fine è arrivato anche il ricordo profondo e commovente di Alberto Angela il figlio di Piero che ne ha raccolto in tutti i sensi l’eredità.

Alberto Angela ricorda papà Piero a due anni dalla morte

Un messaggio, lungo, di grande intensità ma anche di semplice comprensione come è stato l’insegnamento di Piero Angela per Alberto. Parole intrise di ricordi e di gratitudine che si fanno eco dei tanti messaggi che da stamattina la gente comune sta dedicando al re dei divulgatori scientifici in televisione.

Sono passati due anni dalla scomparsa di mio padre.
Ma non ci si abitua mai all’assenza di una persona cara. Soprattutto se ha segnato non solo la vita della tua famiglia, ma è diventata una presenza forte anche in quella di tanti che lo hanno ascoltato nelle sue trasmissioni o letto i suoi libri. Penso anche a chi, grazie a lui, ha deciso di dedicare la propria vita alla ricerca e ai temi del sapere.
Tanti, appunto, che ogni giorno ti ricordano quanto sia stato importante nella loro vita. E non è una cosa scontata.
Essere riuscito ad appassionare ai temi della conoscenza e del sapere intere generazioni di italiani, rappresenta il miglior premio per il suo impegno. La miglior testimonianza di quanto sia riuscito a “fare la sua parte”, come alla fine ha detto lui.
Riguardando questa foto scattata solo qualche estate fa, il pensiero ritorna alla bellezza di chiacchierare con lui. Aveva una risposta ad ogni tua domanda. Te la dava con il sorriso. E si rivelava sempre quella giusta. In ogni campo. Mai ho incontrato una persona così saggia. Così luminosa. Delle tante, troppe cose che mi mancano, c’è anche e soprattutto questa. La libertà di spaziare nella conoscenza con un dialogo semplice e sereno, che ti apriva la mente con traettorie oltre l’orizzonte. Stare con lui ti arricchiva il sapere. E il sapere ha un sapore che ricorda tanto quello della libertà.
A pensarci bene, una delle libertà più vere è proprio la conoscenza.
Grazie a tutti per ricordare Piero con cosi tanto affetto. Alberto

Chi è stato Piero Angela per la tv

Nato a Torino nel 1928, Piero Angela aveva iniziato la sua carriera giornalistica in Rai come cronista radiofonico, divenendo poi inviato e conduttore del tg. Ha scritto una lista lunghissima di libri. Negli anni ’70 inizia la sua carriera come divulgatore scientifico prima con “Destinazione Uomo” e poi nel 1980 con Quark, diventato poi SuperQuark. La sua carriera è costellata di grandi successi: Il pianeta dei dinosauri, il viaggio nel corpo umano, Viaggio nel cosmo.

La discrezione è stata la sua cifra, e quella della moglie Margherita, con cui ha condiviso vita, viaggi, interessi. Non si è mai prestata a fare servizi fotografici ma ha girato il mondo con il marito e i figli Christine e Alberto.

Un precursore, un rivoluzionario, un uomo perbene capace con una voce pacata mai sopra le righe, in una tv che diventava sempre più urlata, di far comprendere alla gente, dal laureato al contadino, il mondo della scienza in tutte le sue sfaccettature. Si è inventato un genere che poi è diventato caposaldo della tv generalista e poi di quella tematica.

L’ultimo messaggio di Piero Angela

Nei giorni precedenti la sua morte, Piero Angela, ha voluto lasciare ai social del suo programma SuperQuark l’ultimo messaggio di saluto ai telespettatori: “Cari amici, mi spiace non essere più con voi dopo 70 anni assieme. Ma anche la natura ha i suoi ritmi. Sono stati anni per me molto stimolanti che mi hanno portato a conoscere il mondo e la natura umana. Soprattutto ho avuto la fortuna di conoscere gente che mi ha aiutato a realizzare quello che ogni uomo vorrebbe scoprire. Grazie alla scienza e a un metodo che permette di affrontare i problemi in modo razionale ma al tempo stesso umano. Malgrado una lunga malattia sono riuscito a portare a termine tutte le mie trasmissioni e i miei progetti (persino una piccola soddisfazione: un disco di jazz al pianoforte…). Ma anche, sedici puntate dedicate alla scuola sui problemi dell’ambiente e dell’energia. È stata un’avventura straordinaria, vissuta intensamente e resa possibile grazie alla collaborazione di un grande gruppo di autori, collaboratori, tecnici e scienziati. A mia volta, ho cercato di raccontare quello che ho imparato. Carissimi tutti, penso di aver fatto la mia parte. Cercate di fare anche voi la vostra per questo nostro difficile Paese. Un grande abbraccio”

La Rai ricorda Piero Angela ma non su Rai 1

Chissà, forse una macchia, l’ennesima gaffe della tv di Stato. Fatto sta che il ricordo di Piero Angela non trova spazio, nemmeno in piena estate coi palinsesti pieni zeppi di repliche sui principali canali della Rai, ancor meno su Rai 1. Per ricordare Piero Angela bisogna andare su Rai Storia (canale 54) che propone un doppio appuntamento: si comincia alle 18.30 con “Piero Angela: raccontare la scienza”, che ripercorre la sua carriera da quando era inviato fino alla lunga serie di “Quark” e “Superquark”.

A seguire, sempre su Rai Storia, “Prima pagina: otto ore di Waterloo”, uno dei primissimi documentari storici firmati Piero Angela, risalente al 1965, a 150 anni dalla battaglia che vide la sconfitta di Napoleone. Nel documentario ci sono due incredibili testimonianze: Ian Contro, un testimone indiretto della battaglia di Waterloo, avendo conosciuto un soldato che vi aveva combattuto; e Paul Brassin, che ricorda i racconti del nonno sulla battaglia.

Luca Fusco

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Luca Fusco

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