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Ornella Muti e Naike Rivelli, a favore della cannabis medica: “La droga non c’entra niente”

Ornella Muti e Naike Rivelli, rispettivamente madre e figlia, sono di nuovo tornate a parlare di cannabis medica, per uso terapeutico. Le due donne, non sono nuove all’argomento, e già sul palco dell’Ariston, a Sanremo 2022, l’attrice aveva fatto discutere per le sue dichiarazioni. Ora tornano con un messaggio con cui sperano di sensibilizzare l’opinione pubblica  sull’uso della cannabis medica, “Importantissima per alleviare i dolori di malattie e disturbi”, sperando che così si possa anche velocizzare una legge che ne regoli l’uso terapeutico da parte del Governo.

Il messaggio di Ornella Muti e Naike Rivelli: “Non sponsorizziamo le droghe”

Con il loro messaggioOrnella Muti e Naike Rivelli, desiderano chiarire il loro pensiero sulle droghe e, nello stesso tempo, sensibilizzare cittadini e Governo sull’uso della cannabis terapeutica, utile per alleviare dolori di molte malattie:

Lo dico sempre: fumare cannabis non fa bene. Io e mia mamma non sponsorizziamo droghe. Qui non si parla degli oli che compri nei negozietti, ma di prescrizioni mediche. La battaglia che facciamo è per far sì che le persone siano informate sulla cannabis medica, e sappiano che non ha nulla a che vedere con le droghe

Madre e figlia, come hanno detto all’Adnkrons Salute, sottolineano come la cannabis medica sia utile in moltre patologie:

Per esempio il dolore cronico di malattie come il tumore, l’anoressia nervosa, il glaucoma. (…) Persino mia nonna avrebbe potuto beneficiarne se avessimo avuto tempestive e adeguate informazioni.

Fondamentale per le due donne è superare lo stereotipo delle ‘canne‘ e far sapere alle “Persone che la cannabis medica ha modalità differenti di somministrazione: si ingerisce, si usa in versione gel per via cutanea, si inala. Nessuno si fa le canne. È cosi che te la prescrivono nei centri medici”. E aggiungono:

Si può avere una prescrizione da un medico per andare poi in farmacia e acquistare la terapia necessaria. Noi abbiamo avuto tumori in famiglia, abbiamo lottato con il dolore e la malattia, sappiamo di cosa si parla. In Italia spesso vengono prescritti senza problemi ansiolitici da dottori che neanche si occupano di psicoterapia, non sono specializzati. Ma di esempi ne potrei fare altri. E, ancora, mi chiedo: perché gli oppioidi sì e la cannabis terapeutica no? La battaglia che facciamo io e mamma è per far sì che le persone siano informate.

Mara Fratus

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