Hakan Calhanoglu di passaggio a Le Iene. Dallo stadio Marassi a Italia 1: svestiti i panni del calciatore dopo il pareggio dei nerazzurri contro la Sampdoria, per una sera il centrocampista dell’Inter ha lasciato nello spogliatoio calzoncini e maglietta, ha messo da parte la ribalta del cognome e ha provato a essere solo Hakan per rivolgere un appello agli italiani. State vicini ai turchi dop oun terremoto devastante che ha colpito il Paese (e la Siria) provocando una delle più immani tragedie degli ultimi decenni. Numero di morti accertato: oltre 41 mila ma le stime sono ampiamente più pesanti e potrebbero portare il bilancio a un dato assai più alto.
Quello che abbiamo ascoltato e visto nel corso della puntata de Le Iene è stato un Calhanoglu fiero e ferito: fiero di essere “nato in Germania ma di avere un cuore turco”, ferito per la devastante sciagura che ha colpito il suo Paese. Emblema dei tempi moderni, Calhanoglu è uno dei tanti cittadini del mondo che ha radici ben piantate ma che deve le proprie fortune a più di un luogo.
Tra questi, anche l’Italia, in cui risiede e lavora stabilmente dal 2017. Fa il calciatore, è un centrocampista considerato tra quelli più qualitativamente interessanti del campionato italiano e ha fatto parlare molto di sè – oltre che per le gesta calcistiche – anche per aver fatto una delle scelte che lasciano un segno indelebile: nel 2021 ha deciso di passare dal Milan all’Inter, accettando la corte dei cugini nerazzurri.
Stavolta, però, il calcio conta poco, anzi nulla: l’appello accorato di Calhanoglu a Le Iene è per il popolo turco, per la Turchia, per coloro che stanno vivendo un dramma inimmaginabile e improvviso. Ha guardato la telecamera con fermezza e dolcezza, si è rivolto a tutti gli italiani, tralasciando ogni campanilismo: “L’Italia mi ha accolto e purtroppo sa bene cosa vuol dire essere travolti da un terremoto. Non mi dilungo, ma vi chiedo con tutto me stesso, indipendentemente dal tifo, dalla nazionalità e dal credo, di starci vicini. Grazie”.
Nel corso del breve monologo a le Iene, si è presentato in maniera molto semplice e proprio la semplicità è stata la chiave dell’intero discorso: lineare, immediato, chiaro.
“Mi chiamo Hakan Calhanoglu, faccio il calciatore: sono nato in Germania, ma dentro di me batte un cuore turco”. Di origini turche anche la moglie di Calhanoglu, Sinem Gundogdu: sui valori di quella cultura “stiamo crescendo nostra figlia”.
Da capitano della nazionale di calcio turca, Calhanoglu ha ribadito di aver sempre pensato alla Turchia “come la mia patria e purtroppo da circa 10 giorni anche la mia vita è cambiata perché sotto le macerie provocate dal terribile terremoto ci sono i miei connazionali, i miei tifosi ma soprattutto i miei fratelli”.
L’esortazione di Calhanoglu è quella di stare vicini al popolo turco perché “ha bisogno dell’aiuto di tutti noi”.
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