A 24 ore dall’annuncio fatto al Tg1, in cui si ufficializzava la sua conduzione per i prossimi due Festival di Sanremo, Carlo Conti ha rilasciato la sua prima intervista come nuovo direttore artistico della kermesse. Ai microfoni di Rtl 102.5, il 63enne conduttore toscano, ha parlato del suo nuovo incarico, degli impegni che lo aspettano, e delle ansie inevitabili che lo assaliranno (a quanto pare poche). L’eredità lasciata da Amadeus, al comando delle ultime edizioni della competizione canora, infatti, è pesante e i numeri fatti sono stati da record. Tuttavia, Conti non appare per nulla preoccupato: “Dopo Amadeus, nessuna ansia. Sono a un punto della mia carriera in cui non devo dimostrare niente, né a me stesso, né al pubblico, né all’azienda. Se farò meno di Amadeus non importa, non è solo una questione di share; cercherò di fare un buon prodotto e un buon servizio alla discografia, questa è la cosa importante”.
Nella sua prima intervista post annuncio ufficiale, il nuovo direttore artistico di Sanremo ha parlato di come ha intenzione di procedere nella creazione del sul quarto Festival (i primi tre dal 2015 al 2017). Per Carlo Conti la “Cosa più importante è scegliere le canzoni giuste, perché le canzoni devono poi arricchire le programmazioni radiofoniche ed essere al passo con i tempi. Il mio dubbio era di avere l’orecchio musicale pronto dopo sette anni. Questo è l’importante per Sanremo, il resto è contorno“. Per quanto riguarda il regolamento e i co-conduttori che lo affiancheranno sul palco dell’Ariston, invece, ha dichiarato che è ancora presto per parlarne: “È una cosa che si è concretizzata nell’ultima settimana”.
Infine, tornato sulle aspettative che volente o nolente gravano sulla prossima edizione della kermesse, specie dopo i numeri da record fatti da Amadeus, ha aggiunto: “Non è importante se farò meno in termini di share, altrimenti dopo i grandi festival di Baudo avremmo dovuto chiudere Sanremo. Amadeus ha fatto un grandissimo lavoro, straordinario, crescendo di anno in anno sia dal punto di vista musicale che di ascolti. Io cercherò di continuare quel lavoro. Molti dicono che il processo di svecchiamento di Sanremo l’ho iniziato io. Nel 2017, sul podio c’erano Ermal Meta, Gabbani e Mannoia. La discografia è cambiata molto. L’unica medaglietta che mi metto è che dai miei festival sono partiti Mahmood, Irama, Ermal Meta, Francesco Gabbani, Enrico Nigiotti, Giovanni Caccamo. Era un momento di grande rinascita della musica italiana”.
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