“Abbracciato dall’amore della moglie, della figlia, delle sorelle e del fratello e dall’affetto degli amici più cari si è spento a Roma il giornalista Franco Di Mare”, con questa nota, la famiglia del noto conduttore ed ex inviato di guerra, ha annunciato la sua morte, all’età di 68 anni. Tutto il mondo del giornalismo e della tv è in lutto. Di Mare era da tempo malato di mesotelioma (“Un tumore molto cattivo”), e lo aveva annunciato lui stesso recentemente a Che Tempo Che Fa: ” Il mesotelioma è causato dall’aver respirato le particelle di amianto presenti nell’aria, una malattia che può avere un’incubazione lunghissima, fino a 30 anni, e quando si manifesta è troppo tardi, non si guarisce”, aveva detto il giornalista in collegamento con il salotto di Fabio Fazio.
È morto Franco Di Mare, l’ex inviato di guerra, conduttore e poi direttore di RaiTre, aveva 68 anni ed era affetto da mesotelioma. Una lunghissima carriera la sua, passata prima a L’Unità e Radiocor, e poi in Rai, dove è stato vicedirettore di Rai Uno nel 2019, direttore generale del day time della Rai nel 2020, e poi sino al 2022 direttore di Rai Tre. Indimenticabile il suo lavoro come inviato sul campo, specialmente in Kosovo a fine Anni ’90, ma anche in Iraq e Afghanistan: “Non sono stato più bravo di tanti colleghi che hanno perso la vita. Non sono stato più bravo di Ilaria Alpi, Maria Grazia Cutuli, Miran Hrovatin. Sono stato solo più fortunato. La paura lucida ti dà una chiave, può anche andare male”, aveva spiegato Di Mare in un’intervista a Il Foglio pochi giorni fa. E proprio alla sua attività di inviato di guerra, il giornalista ha associato la sua malattia, legandola all’esposizione a materiali cancerogeni come l’amianto, storia che ha anche raccontato nel libro Le parole per dirlo.
Franco Di Mare nel 1992 era impegnato come giornalista in Bosnia, e proprio a Sarajevo accadde qualcosa di magico. Il cronista, si ritrovò in visita in un orfanotrofio, e lì vide una bimba di 10 mesi, sola in una culla. La decisione di adottarla fu quasi immediata: “Tra tanti bambini biondi ne notai una con i capelli scuri, era anche l’unica che sorrideva. Io la presi in braccio, lei mi si aggrappò al collo e quello fu l’inizio di una grande storia”, aveva raccontato. I due tornarono allora in Italia, grazie all’aiuto della Croce Rossa e di Maria Pia Fanfani: “Non sono stato io a salvare lei, ma lei a salvare me”, dichiarò ancora Di Mare, che era diventato padre di Stella, oggi una giovane donna di 32 anni laureata in Economia.
Il tumore che ha colpito Franco Di Mare si chiama mesotelioma. È un tipo di cancro che origina nel mesotelio, la componente fondamentale delle membrane che rivestono le cavità sierose del nostro corpo. È un tumore raro, come si legge sul sito dell’Ospedale San Raffaele di Milano, che colpisce soggetti esposti a particolari condizioni ambientali o lavorative e la quasi totalità dei casi riscontrati si riferiscono alle membrane che rivestono i polmoni: il mesotelioma pleurico.
La Rai, azienda dove Di Mare ha lavorato per decenni, ha ricordato così il giornalista: “La scomparsa di Franco Di Mare è per la Rai, per la quale si è sempre speso con passione e professionalità, motivo di profondo dolore, al quale si unisce la riconoscenza per quanto fatto nel corso della sua lunga carriera che lo ha spesso visto in prima linea per raccontare coraggiosamente i conflitti nel mondo – si legge nella nota di Viale Mazzini -. Una passione che lo ha accompagnato anche nei programmi condotti successivamente, nei ruoli dirigenziali ricoperti e nell’esperienza del programma di inchiesta “Frontiere” da lui condotto fino al 2023. Ai suoi familiari va il sincero cordoglio della presidente Marinella Soldi, a nome anche del Cda, dell’amministratore delegato Roberto Sergio, del direttore generale Gianpaolo Rossi e dell’Azienda tutta”.
Ospite di Fabio Fazio a Che Tempo Che Fa sul Nove Di Mare aveva dichiarato di non aver ricevuto nessun supporto da parte della Rai, una volta annunciato di avere un tumore. “Tutta la Rai si è dileguata dopo la mia malattia. Tutti i dirigenti, non questi, ma anche quelli precedenti. Io chiedevo alla Rai di sapere l’elenco dei posti dove fossi stato per chiedere alle associazioni di categoria cosa potessi fare. Sono spariti tutti. Se io sono arrivato a capire che possano esistere ragioni di tipo legale e sindacale, ma quello che capisco meno è l’assenza sul piano legale e umano. Queste persone sono sparite, si sono negate al telefono, non rispondevano più a me che pure ero un dirigente. Una cosa per cui trovo un solo aggettivo: ripugnante”.
A queste parole la Rai aveva prontamente replicato con una nota congiunta dell’amministratore delegato Roberto Sergio e del direttore generale Giampaolo Rossi, i quali assicuravano di non sapere nulla della malattia di Franco Di Mare, prima che lui stesso l’annunciasse da Fazio: “L’ad della Rai Roberto Sergio e il dg Giampaolo Rossi sono venuti a conoscenza solo ieri sera della drammatica vicenda di Franco Di Mare, al quale esprimono tutta la propria vicinanza umana e assicurano la loro disponibilità a fare tutto il possibile per consentire al giornalista di ricostruire quanto da lui richiesto”.
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