Ha iniziato a lavorare come make-up artist e parrucchiere nel negozio dei suoi genitori, ma ben presto Ciro Florio ha capito che sarebbe diventato il lavoro della sua vita. Tra i truccatori più richiesti nel mondo dello spettacolo, torna finalmente su Real Time con la seconda edizione di Cenerentola 24, lo show che realizza il sogno di chi vorrebbe correggere i propri difetti fisici senza ricorrere alla chiurgia. “Il nostro non è un reality, ma un documentario: sono storie vere di persone che hanno voglia di mettersi in gioco ed esorcizzare le proprie insicurezze”, racconta Florio. Il programma, al via sabato 17 giugno alle 15.50, “fa vivere a chi ha una difficoltà nell’accettazione di sé stessi una serata da Cenerentola”.
Tra pochi giorni prende il via la nuova edizione di Cenerentola 24. Cosa ci può raccontare di questa esperienza?
È un’opportunità unica. Non è il solito programma sul make-up, ma una trasformazione tridimensionale dinamica: noi non facciamo trucchi pittorici, ma correggiamo realmente i difetti. Io posso fare davvero le gambe più magre o togliere il doppio mento, ma solo per 24 ore.
Come è possibile?
Utilizziamo tecniche di make-up super all’avanguardia. Ad oggi siamo gli unici a dare questa opportunità di cambiare grazie al trucco tridimensionale: ho uno store a Capri, grazie al quale ho avuto modo di veicolare le mie tecniche in tutto il mondo.
Il tutto senza ricorrere alla chirurgia, quindi.
Esatto. Ma la mia non vuol eessere una demonizzazione della chirurgia, né mi voglio sostituire ad essa. La mia tecnica è semplicemente la prova generale. Conosco molti chirurghi plastici, e ammiro il loro lavoro.
Chi sono i “Cenerentoli” che vedremo nel programma?
Sono per lo più persone che soffrono di dismorfia, ovvero coloro che non accettano delle parti di sé in maniera molto forte.
C’è una storia in particolare che l’ha colpita?
Nella prima puntata, per esempio, abbiamo Alessandro. È nato sordo, ma da qualche anno ha scoperto di avere una malattia autoimmune che lo sta portando alla cecità. Il suo sogno è quello di fare il modello, e noi lo abbiamo realizzato: lo abbiamo preparato e ha avuto la possibilità di scattare delle foto per un brand internazionale. Oppure quella di Andrea, una ragazza che sta affrontando il percorso per diventare uomo, su cui abbiamo realizzato la riduzione del seno.
Sono storie molto forti.
Pensate che Discovery non voleva accettare la storia di Alessandro. È molto forte, e c’era il rischio di fare opportunismo televisivo. Io però l’ho voluto fortemente, e lui ha dimostrato di saper raccontare la propria storia con leggerezza, e così abbiamo tentato di fare anche noi.
Quando ha capito che questo era il mestiere dei suoi sogni?
Nel 1962 i miei genitori aprorono la loro prima attività nella periferia di Napoli. Io li aiutavo, e usavo la paghetta che mi davano per mantenermi gli studi. Ma dopo aver finito di studiare ho capito che nella vita avrei voluto diventare make-up artist, e ho convinto la mia famiglia ad accettare questa mia passione.
Ne ha fatta di strada: negli anni ha lavorato con star della tv, del cinema e del teatro.
Sì, moltissime. Mi appassiona soprattutto il teatro: ho avuto modo di lavorare molti anni con la famiglia De Filippo, un’istituzione a Napoli, e soprattutto con Lica De Filippo. Ma anche in tv: per esempio ho truccato gli attori di Beautiful quando hanno girato in Italia.
Avendo lavorato con molti personaggi famosi, c’è qualche aneddoto in particolare che ricorda con piacere?
Sì, riguarda Luca De Filippo. Lavoravo con lui al Teatro Lirico di Milano, e doveva interpretare un personaggio con una parrucca riccia. Lui era molto esigente con trucco e parrucco: voleva dei ricci perfetti, acconciati uno ad uno, e non si accontentava mai. Io stavo ore e ore a lavorare a questa parrucca, e lui mi ha fatto un complimento che non dimenticherò mai e che mi fa sempre divertire: “Alla fine ce l’hai fatta a farla come dicevo io. Si vede che sei napoletano: tieni la capa tosta”.
Successivamente è diventato lei stesso un personaggio televisivo. Come ha vissuto questo cambiamento?
Ho sempre lavorato dietro le quinte. Le quinte sono state per trent’anni il mio rifugio. Poi con Cenerentola 24 sono passato davanti alla telecamera, e ora non ho quasi più tempo per il mio lavoro. Per realizzare le dieci nuove puntate abbiamo lavorato un anno intero.
Nel mondo di oggi c’è un’ossessione per l’immagine, per l’apparire sempre perfetti. Crede che il make up abbia un ruolo importante in questa distorsione della realtà?
Viviamo in un momento storico in cui i giovani hanno come icone di riferimento quelle che vedono sul web. Instagram rappresenta la bellezza, e ciò diventa inevitabilmente una problematica. È qualcosa che va oltre il make-up: questi modelli di riferimento portano tante persone a fare interventi chirurgici con una certa facilità, tutti vogliono dimagrire o cambiare la propria immagine. Ci sono standard troppo alti, che non corrispondono alla realtà.