Il 31 gennaio 1969, a Viareggio, sparisce nel nulla il 12enne Ermanno Lavorini, figlio di un modesto commerciante di tessuti della città. È il primo caso di sequestro di un minore in Italia e tutti lo seguono col fiato sospeso, fin quando il suo corpo viene ritrovato seppellito in una spiaggia locale, conosciuta per essere luogo di ritrovo notturno per uomini in cerca d’avventure. Da allora inizia una baraonda di depistaggi, bugie e una isterica caccia all’omosessuale, che fa due vittime innocenti: Giuseppe Zacconi e Adolfo Meciani, due noti viareggini indagati a furor di popolo – senza alcun indizio di colpevolezza – solo perché gay, e dipinti come “orchi” dai media; finiti nel tritacarne mediatico, entrambi muoiono nel giro di pochi mesi: uno colpito da infarto, l’altro suicida in carcere.
Solo alcuni anni dopo emerge una verità inquietante: la pista del delitto a sfondo sessuale è errata, la morte di Ermanno Lavorini ha un’altra spiegazione. Secondo la sentenza emessa dalla Corte di Cassazione nel 1976, infatti, il movente del delitto fu di natura politica. A commetterlo furono dei giovani viareggini, Rodolfo della Latta, Marco Baldisseri e Pietrino Vangioni; secondo la ricostruzione dei giudici, i ragazzi avevano organizzato il sequestro, poi degenerato in omicidio, con l’obiettivo di estorcere soldi alla famiglia Lavorini e finanziare il gruppo monarchico di cui facevano parte. A stupire è soprattutto l’entità delle condanne assegnate ai tre, ritenuti colpevoli di omicidio preterintenzionale e sequestro di persona e condannati ad “appena” 11, 9 e 8 anni: pene a dir poco esigue per quel tipo di reato, tra l’altro non scontate pienamente.
Sono serviti otto anni abbondanti per arrivare a una sentenza definitiva, ma a distanza di oltre mezzo secolo dal rapimento e dalla morte del piccolo Ermanno Lavorini l’intera vicenda presenta ancora molti lati oscuri. A confermarlo sono gli stessi protagonisti della vicenda – della Latta, Baldisseri e Vangioni – che, anche dopo aver scontato il debito con la giustizia, hanno più volte insinuato che all’epoca dei fatti furono guidati da uomini “adulti” e potenti, la cui identità non è mai diventata nota.
Questa sera, 20 gennaio, Rai 3 dedica alla vicenda il doc “Viareggio 1969” (ore 21:20, diretta streaming su RaiPlay), scritto da Giovanni Filippetto, Maura Nuccetelli, Leonardo Araneo per la regia di Claudio Pisano, con la partecipazione e le testimonianze di alcuni vip come Walter Veltroni e Iva Zanicchi. L’opera, inedita sul piccolo schermo, ripercorrerà il giorno del sequestro di Ermanno, le settimane di ricerche senza sosta, la drammatica scoperta del suo cadavere e infine gli anni del processo, durante i quali – in un clima forcaiolo e antigarantista – media e opinione pubblica si lanciarono alla caccia del “mostro omosessuale”, ignorando le regole elementari del diritto.
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