Questa sera, venerdì 7 ottobre 2022, in prima serata su Rai 2 (ore 21:20, streaming su RaiPlay), è in programma il documentario “Le tre vite di Donato Bilancia”, che ripercorre la vita e la parabola criminale dell’uomo che è considerato il più efferato serial killer della storia italiana. Lo speciale si inserisce nel ciclo “L’Italia Criminale, quando la cronaca fa la Storia”, firmato da Rai Documentari con il CPTV RAI MILANO, ed è scritto e diretto da Pino Corrias insieme a Renato Pezzini e con la collaborazione di Massimo Calandri. Ecco le cose da sapere sul docu-film e sulla storia di Donato Bilancia, il criminale che l’ha ispirato.
Il docu-film ripercorre la figura di Donato Bilancia, in un racconto cucito attraverso i testimoni delle sue tre vite: quella del giocatore patologico nella Genova degli anni 70’ e ’80; quella dell’assassino spietato e incontrollato, raccontata tramite gli audio originali della sua confessione nell’interrogatorio-fiume andato avanti tre giorni e tre notti; quella del carcerato, durata dal 1998 fino al 17 dicembre 2020, quando il covid l’ha ucciso a 69 anni.
Donato Bilancia nacque a Potenza il 10 luglio 1951, da genitori d’estrazione borghese emigrati a Genova insieme ai figli a metà degli anni ’50. Sin da giovanissimo, dopo un’infanzia tribolata, si diede al crimine. Amante della vita spregiudicata, delle prostitute e delle bische notturne, per anni entrò e uscì dal carcere, dove affinò le capacità criminali che lo resero un mago del furto. “Ero il migliore ladro professionista in circolazione”, dirà di sé. I milioni accumulati col malaffare, però, non gli bastavano mai, anche a causa della smodata passione per il gioco d’azzardo che lo portò a bruciare intere fortune in folli serate trascorse ai tavoli dei casinò di Sanremo e Montecarlo.
La sua vita venne segnata da due episodi traumatici. Nel 1987 il fratello Michele, con in braccio il figlio di 4 anni, il suo nipote prediletto, si lanciò sotto un treno presso la stazione di Genova Pegli, un lutto che lo segnò profondamente, acuendone i disturbi mentali. Dieci anni dopo, nel 1997, Bilancia scoprì il tradimento di quello che credeva il suo unico vero amico, Maurizio Parenti; fu proprio quella la miccia che fece esplodere in lui una furia omicida che lo spinse a uccidere 17 persone nel giro di pochi mesi.
Noto come “Il giustiziere della Liguria” e “Il serial killer dei treni”, Donato Bilancia è considerato l’assassino seriale più brutale della storia criminale italiana. Tra l’ottobre del 1997 e l’aprile del 1998 ha ammazzato 17 volte: la sua prima vittima fu Giorgio Centanaro, il proprietario di una bisca che l’aveva truffato d’accordo con Maurizio Parenti, a sua volta ucciso con la moglie Carla Scotto. Poi seguirono le morti dei coniugi Bruno Solari e Maria Luigia Pitto, Luciano Marro, Giangiorgio Canu, Stela Truya, Ljudmyla Zubskova. E ancora: Enzo Gorni, i due metronotte, Massimiliano Gualillo e Candido Randò, Tessy Adodo, Elisabetta Zoppetti, Kristina Valla, Maria Angela Rubino, e infine la sua ultima vittima, il benzinaio Giuseppe Mileto.
Diventato l’uomo più ricercato d’Europa, fu arrestato il 6 maggio 1998. Reo confesso, fu condannato a 13 ergastoli senza mai entrare in aula: “Mi vergogno di farmi guardare in faccia dai parenti delle vittime”, fu la sua spiegazione. Dopo 22 anni di detenzione, Bilancia è morto il 17 dicembre 2020 dopo aver contratto il covid e aver rifiutato qualsiasi tipo di cura.
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